Il Buco di Viso
(i francesi Pertuis de Viso, i piemontesi Pertus 'dla Traversétta), 2882 metri sul livello del
mare
Buco
del Viso parte Italiana
...Da quest'ultimo piano,(Pian dl'Amait o
l'Amait del Viso)
nello spazio di venti minuti di salita sempre più malagevole,
s'arriva al buco aperto nella laterale montagna a destra,
il quale dava negli anni addietro l'accesso in Francia:
era questo buco o grotta, ove così vogliasi chiamare,
una galleria già scavata a scalpello nelle viscere
del monte della lunghezza di metri 75 circa, della larghezza di tre metri,
e di quasi uguale altezza: andava questa salendo da levante
a ponente piuttosto in linea retta verso il Delfinato;
era pressochè sgombra da ogni umidità, col suolo convesso nel mezzo,
e dolcemente inclinato sulle due estremità: a motivo della caduta
di alcuni massi di pietre succeduta nel 1823, rimase per intiero
chiusa dalla parte del Piemonte, mentre dal lato di Francia
lo è quasi sempre dalli ghiacci, che vi esistono in maggior
copia per la sua posizione a pieno occidente...
Buco del Viso
parte Francese
.
..Il buco trovavasi collocato al piede di una montagna,
che vi si eleva al disopra di m. 80, e che sino dai tempi antichi
fu in istato di continua decomposizione, come lo è ai nostri giorni:
consta difatti da varj documenti, che negli anni 1.620 1676 1798
e 1812 la grotta venne riaperta a spese, e per le cure comuni
degli abitanti della valle di Po, e delle vicine terre di Francia.
Queste operazioni ebbero luogo per ridonare alla galleria la sua destinazione primiera,
vale a dire per assicurare il transito in Francia , con passo più breve e certamente
meno periglioso di quello del collo della Traversetta,
il quale ne dista appena venti minuti di cammino a sinistra verso il Monviso:
è questo collo una difficilissima vetta che non si passa senza grave periglio,
e ribrezzo per la sua ristrettezza, per li profondi precipizi, che vi stanno a fianco,
e per la rapidità della salita uguale quasi al 40%...
Buco del Viso, considerato il primo traforo alpino.
...Questa galleria da alcuni scrittori senza fondamento attribuita al Cartaginese Annibale, da altri al gran Pompeo, e da altri infine ad un Delfino di Vienna, questa galleria, che già si volle servisse alle scorrerie dei Saraceni, quando invasero le Alpi del Delfinato, venne senza dubbio aperta circa l'anno 1480 sotto la dominazione del marchese di Saluzzo Ludovico secondo. Lo scopo dell'apertura tendeva a rendere sicuro il passaggio per l'entrata del sale, drapperie e metalli provenienti di Francia, e per, l'uscita dell'olio di noce, del vino, del riso, della canapa, ed altri prodotti dalle terre del marchesato di
Saluzzo...
Tratto da «Statistica della Provincia di Saluzzo» di G. Eandi (1835)