Uscendo verso Barge, sulla destra, s'imbocca la strada che raggiunge la prevostura del Villar Bagnolo indi Montoso e gli impianti sciistici del Rucas. A tre chilometri circa, sulla sinistra, troviamo la chiesa, monumento nazionale, del sec. XI°, dedicata a S. Giovanni Battista: chiesa a tre navate con la centrale più ampia e le due laterali di minor grandezza.
del sec. XI°, dedicata a S. Giovanni Battista
Vi si accede mediante una gradinata di circa sette metri ed è caratterizzata dal campanile stranamente collegato davanti alla facciata. Il campanile dell'antica chiesa del Villar anch'esso realizzato in pietra su pianta quadrata, con lesene sugli angoli, ha però solo cinque piani divisi da fasce e cornicioni tutti con la semplice decorazione fregi in mattoni sfalsati. Anche se ci sono solo cinque piani le finestre partono solo dal quarto per aprire gli ultimi due piani. La copertura della chiesa, è tipicamente di gusto romanico probabilmente ancora originale, con basso tetto a quattro falde in lose.
Particolare della predella dell'altare  (primo cinquecento)
All'interno è degno d'ammirazione uno splendido altare ligneo, già notato dal Vibo nella visita Pastorale del 1699, con una collezione di Santi Giovanni Battista ed altri Santi, tra tutto spicca la predella dell'altare del Carmelo, il cui dipinto è attribuito a Pascale Oddone, pittore e scultore piemontese del primo cinquecento.
PIAZZA DON GIUSEPPE BIANCO
Figura di semplice eroe, generoso e coraggioso, discreto e riservato, don Bianco nasce nel 1879 a Dronero, ma per 45 anni è parroco a Villar Bagnolo. Il momento storico, segnato dalla miseria e dalle grandi guerre, diventa occasione per esprimere tutta la sua attiva solidarietà. Per i poveri vecchi che mendicano istituisce una sorta di mensa, offrendo loro un piatto di minestra. Vicino alla gente, predica in dialetto e accorre al capezzale di ogni malato. Durante il Secondo conflitto mondiale, inizia a tenere un diario in cui scrive, tra l'altro, il racconto dell'eccidio del 30 dicembre 1943, riportando con dolore i nomi dei 13 civili uccisi per rappresaglia. È tra i protagonisti della trattativa con i tedeschi per ottenere, in cambio della restituzione di tré ufficiali tenuti in ostaggio dalla Resistenza, la salma di "Fanfulla", partigiano 17enne. E quando un contadino sta per essere fucilato dopo un rastrellamento, si offre per morire al posto suo: l'ufficiale, colpito dal coraggio di don Bianco, lascia vivere entrambi. A questo prete ancora oggi ricordato ed amato è stata intitolata una piazza.


tratto dalla rubrica sulla Toponomastica dell' "Ecomese"