Il clima.

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 Studiare in maniera precisa le condizioni climatiche d'una regione relativamente ristretta come l'alta e media valle del Pellice non è di per sé cosa facile, tanto più che le osservazioni meteorologiche necessarie per un tale studio mancano completamente 
Non possiamo perciò fornire che alcuni dati generali procedendo per approssimazione e per ragionamento indiretto.

Inverno a Torre Pellice Via Amedeo Bert

La valle del Pellice col suo asse diretto quasi per intero da W ad E e ristretta al suo sbocco nel piano, si presenta poco atta a ricevere tanto i venti umidi del Sud come i venti freddi del Nord; così riparata, essa fruisce d'una temperatura non eccessivamente fredda nel suo complesso e neppure è soggetta alle variazioni eccessive di temperatura proprie del piano padano.  

Siesta all'alpe crusenna ( © Idea Foto)

Il clima della valle del Pellice non è però uniforme nelle varie parti, soprattutto valendo, in montagna, come fattore di differenziazione, l'esposizione. É naturale nel caso della val Pellice che il lato sinistro sia il più favorito: esso, oltre ad essere difeso dai venti del Nord da una catena secondaria che si mantiene ad una quota abbastanza alta e costante, fruisce d' un maggior numero di ore d'insolazione, sia nell'estate che nell'inverno, 

mentre l'opposto lato nella fredda stagione non riceve che per due o tre ore giornaliere il benefìcio dei raggi solari: anzi alcune località delle terrazze e dei ripiani abitate permanentemente, per più settimane non ricevono sole. 

Notiamo però subito, che per particolari ragioni dì conformazione il lato destro della valle, nelle epoche appunto in cui il terreno abbisogna di maggior calore, riceve la sua parte di sole come il lato sinistro; anzi nel pieno dell'estate il lato destro ha il vantaggio di un'ora circa d'insolazione al levar e mezz'ora circa al tramontar del sole. Quali conseguenze di ordine antropico nascano dal fatto ora accennato vedremo meglio in seguito. Predominano i venti del 1° e 3° quadrante di SW e di NE, libecci e grecali : i primi più specialmente nei mesi freddi, i secondi nei mesi primaverili. 

Le precipitazioni sono in diretto rapporto colla direziono dei venti: il vento di SW molto ricco di umidità spira assai violento e turbinoso nell' ultimo e nel primo trimestre dell'anno, e ad esso dobbiamo la formazione della massima parte della riserva nevosa del tardo, autunno e dell'inverno. 

I venti di NE, pure ricchi di umidità, spirano dall'Adriatico e dalla pianura del Po e quindi concorrono ad aumentare le riserve nevose colle nevi primaverili. 

Alpe Crusenna ( © Idea Foto)

   I venti di SE nei mesi di maggio, giugno e luglio, caldi, ma relativamente asciutti, hanno l'ufficio di fondere le nevi alpine; i venti di NW sono rari. Queste le generalità riguardanti le precipitazioni e i venti: non è possibile però portare dati precisi per la lamentata mancanza di osservazioni sicure. Resta però certo che la media e alta valle del Pellice è ricca di precipitazioni, non però in maniera uniforme e con effetti uniformi.


da "Memorie geografiche" di Giotto Dainelli Firenze 1918