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"Distruzione della Antica Chiesa"
«Benedetta la prima pietra del nuovo edificio, si dovette pensare a demolire
l'antico, perché le due opere, di demolizione e di costruzione dovevano
compiersi nel medesimo tempo, e l'impresa doveva usare il materiale ancora in
buono stato nella nuova fabbrica. Il giorno di Pentecoste del 1893 fu l'ultima
solennità, che si celebrò in quella Chiesa cadente, che aveva già visto a
tramontare quasi nove secoli, ed anche quella fu una giornata memoranda per
Bagnolo. Lo zelantissimo Signor Vicario prese ancora una volta la parola»...«era l'ultima volta
che si prostravano avanti a quell'Altare, dal quale avevano
ricevute tante grazie e benedizioni. Espose che, in forza dell' accordo col
Municipio, quel suolo benedetto sarebbe presto diventato una pubblica piazza,
la rievocazione di quei pensieri non poteva non scuotere i cuori generosi dei
Bagnolesi, e la commozione, che impediva quasi al Parroco di parlare si vedeva
scolpita in fronte a tutti i Parrocchiani: tutti sentivano la solennità di
quell'ora, in cui davano l'addio alla loro antica Chiesa. Si trasse il SS.
Sacramento da quel Tabernacolo, dove aveva abitato per tanti secoli, misterioso
prigioniero d'amore, e lo si collocò ancora una volta su quel trono, che presto
doveva, cadere sotto i colpi del martello demolitore. Quindi quella folla
devota e commossa intonò il Te Deum in ringraziamento di tutti i favori e di
tutte le benedizioni, che il Signore aveva sparso su di Lei in quel tempio»
...«Dopo la funzione il SS. Sacramento fu trasportato solennemente alla
Confraternita con lunghissima processione, accompagnata da un numero
straordinario di persone colla torcia accesa. Fu uno spettacolo imponente:
pioveva a dirotto ma ad ogni modo tutti vollero prendere parte al corteo, che
accompagnava Gesù. Quasi tutti piangevano; si sarebbe detto che in quel momento
si provasse rincrescimento nel veder condannate alla distruzione quelle mura,
ricche di tante memorie e di tanti ricordi.Il giorno dopo incominciarono subito
i lavori di demolizione; trasportati altrove gli arredi sacri e tutti gli
oggetti appartenenti alla Chiesa, una squadra di forti e robusti operai prese
d'assalto l'edificio, e, sotto la prudente, ed oculata direzione
dell'impresario Signor Pietro Billotti, la Chiesa antica fu in breve tempo
distrutta. In quest'opera si incontrarono difficoltà grandissime, ed il
predetto impresario diceva che gli aveva, dato maggior fastidio la demolizione
dell'edificio antico, che la costruzione del nuovo.
Infatti la condizione infelice, in cui si trovavano i muri e le volte, i
materiali corrosi e rovinati, mettevano ad ogni istante in pericolo la vita dei
lavoratori. Grazie però alla continua vigilanza ed oculatezza di chi li
dirigeva, nulla successe di sinistro, ed in poco tempo non rimase più alcun
resto dell'antica Parrocchia.
Negli scavi delle fondamenta si trovarono molte ossa di morti, che avevano
avuto sepoltura in quel sacro recinto e, raccolte con cura, furono trasportate
nel cimitero. Non restò più altro in piedi che il campanile, abbastanza bello e
ben conservato, che ora rimane in mezzo alla piazza, diventata così assai più
vasta e grandiosa. Sembra che, quando questa sarà per cura del Municipio ben
appianata e regolarizzata, lo si circonderà con una gradinata ed un cancello,
onde resti al suo posto come monumento di antichità.
Frattanto dal momento in cui si chiuse al culto la vecchia Chiesa fino al 18
Novembre 1894, in cui si inaugurò la nuova, le funzioni Parrocchiali si
celebrarono nella Chiesa della Confraternita.»
Tratto da:" memorie storiche di
Gianbattista Cavallotti (vicecurato - 1895)"
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Curiosità:
Erano le due pomeridiane del 14 Maggio 1893, e tutta Bagnolo si riversava
all'ingresso del paese, verso la strada di Cavour. Si notava in tutti
un'animazione straordinaria, e la, gioia più pura risplendeva in ogni volto:
erano i figli, che attendevano ansiosamente il loro Padre e Pastore. A
quell'ora infatti doveva giungere da Saluzzo Sua Eccellenza Reverendissima,
Monsignor Alfonso Buglioni di Monale, Vescovo amatissimo della
Diocesi, per benedire solennemente la prima, pietra fondamentale della nuova
Chiesa.
Da memorie storiche di Gianbattista Cavallotti (vicecurato - 1895)
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