Pesi e misure.
La necessita di un buon sistema di pesi e di misure per tutto lo Stato fu ben compresa da Carlo Emanuele 1, il quale nel 1612 ordinava in tutte le terre del suo dominio una generale riforma, e la compiva in modo degno di servire di esempio ad altre nazioni.
Di questa riforma ci resta un solenne monumento nelle tavole di ragguaglio pubblicate allora d’ordine del Duca, nelle quali per ciascuno dei 610 Comuni subalpini trovassi indicata la ragione delle antiche misure locali con quelle di, cui il principe vollea rendere l’uso generale ed esclusivo.
Si vede in questo libro, che prima delle riforme si avevano in quei Comuni 19 pesi, 56 misure di lunghezza, 56 di superficie, 100 di capacità pei grani e 83 pei liquidi.
Quando questa parte d’Italia si trovò ridotta a dipartimenti francesi la Commissione del dipartimento del Po determinò le ragioni tra le misure metriche decimali che si volleano introdurre e quelle stabilite nel 1612.
1612-la-riforma-di-misure-e-pesi
La riforma di misure e pesi fu realizzata al fine di ottenere l'uniformità delle unità di misura e di peso nei territori "di qua dà Monti" nel Ducato di Savoia.
La riforma interessò 610 comuni con l'abolizione di numerose unità di misura locali: complessivamente in precedenza erano in uso 56 misure di lunghezza, 56 misure superficiali, 100 misure di volume per grani, 83 misure per liquidi e 19 unità di peso.
Pesi e misure.
La necessita di un buon sistema di pesi e di misure per tutto lo Stato fu ben compresa da Carlo Emanuele 1, il quale nel 1612 ordinava in tutte le terre del suo dominio una generale riforma, e la compiva in modo degno di servire di esempio ad altre nazioni.
Di questa riforma ci resta un solenne monumento nelle tavole di ragguaglio pubblicate allora d’ordine del Duca, nelle quali per ciascuno dei 610 Comuni subalpini trovassi indicata la ragione delle antiche misure locali con quelle di, cui il principe vollea rendere l’uso generale ed esclusivo.
Si vede in questo libro, che prima delle riforme si avevano in quei Comuni 19 pesi, 56 misure di lunghezza, 56 di superficie, 100 di capacità pei grani e 83 pei liquidi.
Quando questa parte d’Italia si trovò ridotta a dipartimenti francesi la Commissione del dipartimento del Po determinò le ragioni tra le misure metriche decimali che si volleano introdurre e quelle stabilite nel 1612.
1818-antiche-unita-di-misura
Cessata nel 1814 la dominazione straniera, sebbene si conoscessero e si apprezzassero i vantaggi del sistema decimale, pure non se ne volle continuare l’uso, e si pensò invece di contrapporre al sistema che si chiamava francese un sistema piemontese.
L’Accademia delle Scienze interrogata dalla Camera dei Conti, mandava ad una Commissione la ricerca delle basi su cui potessero ridursi le misure del Piemonte.
Questa Commissione osservando, che il miglio piemontese di 800 trabucchi, ossia di 4800 piedi si teneva generalmente per eguale alla quarantacinquesima parte di grado del meridiano, e che per conseguenza il piede liprando si scostava pochissimo dal minuto terzo di grado del meridiano, proponeva di ridurlo all'esatta lunghezza di questo minuto terzo: ed esaminando poi come meglio si potesse stabilire una semplice relazione dl grandezza fra il piede così corretto e le unità di peso o capacità, proponeva per tal fine alcune lievissime modificazioni a queste ultime unità, senza che per nulla se ne dovessero mutare né i nomi, né i modi di divisione usati sino allora.
Le unità di misura piemontesi erano riferite alla vita di tutti i giorni:
- quanto terreno ara una coppia di buoi in una giornata di lavoro;
- la distanza di un passo;
- la lunghezza di un piede;
- la capacità di una botte;
- il contenuto di un cucchiaio.
I sistemi di misura variavano notevolmente a seconda delle località, delle attività a cui si riferivano, del periodo storico; cosicché risulta assai problematico ricostruire i valori esatti delle misure antiche.
Nelle tabelle seguenti sono riportate, con approssimazione, le misure in uso nelle città di Alba, Asti, Cuneo, Mondovì, Saluzzo, Pinerolo...
(in piemontese la u di uva viene scritta "o", la "u" si legge come la "u" francese)