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Pietro Giacomello

Poesia di Pietro Giacomello impressa nel secolo XVI, che si conserva nella Biblioteca di S. M.
Porta per titolo:

«Opera nuovamente lata. Al nome de lo eterno Idio e in laude del n.ro Illustrissimo Ducha de Savoya che Dio mantegna: et de li soy signori subíecti e de le terre sue del Piemonte.»

Composta p. Maestro Pietro Jacomello De Cherio o vero nominato Lo infelice Ghinghelinghino.
Consta di settantanove ottave precedute da quattro versi a come introduzione ed accompagnate tutte dal ritornello «El Piemonte el primo fiore» .

Per conservare il carattere di originalità di questa poesia non se ne è corretta la grammatica

1850-pesi e misure sistema metrico-decimale

Re Carlo Alberto nel 1° articolo dell'Editto 11 settembre 1845 scrisse:

A cominciare dal 1° di gennaio 1850 saranno esclusivamente autorizzati nostri Stati di Terraferma i pesi e le misure del sistema metrico-decimale.

Finalmente con legge 28 luglio 1861 fu stabilito, che i pesi e le misure legali nel Regno d’Italia siano unicamente quelli del sistema metrico-decimale, le cui unità. sono:

  • Il metro per le misure lineari.
  • Il metro quadrato per le misure di superficie.
  • Il metro cubo per le misure di solidità.
  • Il litro per le misure di capacità.
  • 1l grammo per i pesi.

Furono anche ammesse le seguenti unità. e denominazioni:

  • L’ara per le misure agrarie.
  • Lo stero per la misura delle legna.

Ai multipli e sottomultipli di detti pesi e misure descritti in apposite tabelle, debbono essere identici i pesi e le misure materiali: si possono peraltro anche rappresentare i doppi e le metà di essi.

Solo nel 1877 fu possibile pubblicare le tavole relative alle unità di misura e di peso utilizzate precedentemente in tutti i territori del regno.

ico tav raggua 1877Tavole di ragguaglio dei pesi e delle misure già in uso nelle varie provincie del regno col peso metrico decimale approvate con decreto reale 20 maggio 1877

Antiche unità di misura

Pesi e misure.

La necessita di un buon sistema di pesi e di misure per tutto lo Stato fu ben compresa da Carlo Emanuele 1, il quale nel 1612 ordinava in tutte le terre del suo dominio una generale riforma, e la compiva in modo degno di servire di esempio ad altre nazioni.

Di questa riforma ci resta un solenne monumento nelle tavole di ragguaglio pubblicate allora d’ordine del Duca, nelle quali per ciascuno dei 610 Comuni subalpini trovassi indicata la ragione delle antiche misure locali con quelle di, cui il principe vollea rendere l’uso generale ed esclusivo.

Si vede in questo libro, che prima delle riforme si avevano in quei Comuni 19 pesi, 56 misure di lunghezza, 56 di superficie, 100 di capacità pei grani e 83 pei liquidi.

Quando questa parte d’Italia si trovò ridotta a dipartimenti francesi la Commissione del dipartimento del Po determinò le ragioni tra le misure metriche decimali che si volleano introdurre e quelle stabilite nel 1612.

1612-la-riforma-di-misure-e-pesi

uniformità delle unità di misura e di peso nei territori 1613La riforma di misure e pesi fu realizzata al fine di ottenere l'uniformità delle unità di misura e di peso nei territori "di qua dà Monti" nel Ducato di Savoia.
La riforma interessò 610 comuni con l'abolizione di numerose unità di misura locali: complessivamente in precedenza erano in uso 56 misure di lunghezza, 56 misure superficiali, 100 misure di volume per grani, 83 misure per liquidi e 19 unità di peso.

Pesi e misure.

La necessita di un buon sistema di pesi e di misure per tutto lo Stato fu ben compresa da Carlo Emanuele 1, il quale nel 1612 ordinava in tutte le terre del suo dominio una generale riforma, e la compiva in modo degno di servire di esempio ad altre nazioni.

Di questa riforma ci resta un solenne monumento nelle tavole di ragguaglio pubblicate allora d’ordine del Duca, nelle quali per ciascuno dei 610 Comuni subalpini trovassi indicata la ragione delle antiche misure locali con quelle di, cui il principe vollea rendere l’uso generale ed esclusivo.

Si vede in questo libro, che prima delle riforme si avevano in quei Comuni 19 pesi, 56 misure di lunghezza, 56 di superficie, 100 di capacità pei grani e 83 pei liquidi.

Quando questa parte d’Italia si trovò ridotta a dipartimenti francesi la Commissione del dipartimento del Po determinò le ragioni tra le misure metriche decimali che si volleano introdurre e quelle stabilite nel 1612.

1818-antiche-unita-di-misura

Cessata nel 1814 la dominazione straniera, sebbene si conoscessero e si apprezzassero i vantaggi del sistema decimale, pure non se ne volle continuare l’uso, e si pensò invece di contrapporre al sistema che si chiamava francese un sistema piemontese.

L’Accademia delle Scienze interrogata dalla Camera dei Conti, mandava ad una Commissione la ricerca delle basi su cui potessero ridursi le misure del Piemonte.

Questa Commissione osservando, che il miglio piemontese di 800 trabucchi, ossia di 4800 piedi si teneva generalmente per eguale alla quarantacinquesima parte di grado del meridiano, e che per conseguenza il piede liprando si scostava pochissimo dal minuto terzo di grado del meridiano, proponeva di ridurlo all'esatta lunghezza di questo minuto terzo: ed esaminando poi come meglio si potesse stabilire una semplice relazione dl grandezza fra il piede così corretto e le unità di peso o capacità, proponeva per tal fine alcune lievissime modificazioni a queste ultime unità, senza che per nulla se ne dovessero mutare né i nomi, né i modi di divisione usati sino allora.

Le unità di misura piemontesi erano riferite alla vita di tutti i giorni:

  • quanto terreno ara una coppia di buoi in una giornata di lavoro;
  • la distanza di un passo;
  • la lunghezza di un piede;
  • la capacità di una botte;
  • il contenuto di un cucchiaio.

I sistemi di misura variavano notevolmente a seconda delle località, delle attività a cui si riferivano, del periodo storico; cosicché risulta assai problematico ricostruire i valori esatti delle misure antiche.

Nelle tabelle seguenti sono riportate, con approssimazione, le misure in uso nelle città di Alba, Asti, Cuneo, Mondovì, Saluzzo, Pinerolo...

misure superficie 1818misure peso 1818capacita liquidi 1818capacita aridi 1818

misure lunghezza 1818 

(in piemontese la u di uva viene scritta "o", la "u" si legge come la "u" francese)

linea

24 AGOSTO 1862: LA LIRA DIVENTA MONETA NAZIONALE

24-agosto-1862A poco più di un anno dall'unificazione del Regno d'Italia, la lira diventa la moneta nazionale con la firma di Vittorio Emanuele II della legge n. 788 che introduce l'unificazione monetaria.

sistema monetarioLa stampa delle lire viene affidata alla Zecca di Torino, affiancata dagli stabilimenti di Napoli e Milano, gli unici autorizzati a battere moneta, ma tutti - rigorosamente - tenuti sotto il controllo della Banca Nazionale del Regno d'Italia.

  • In oro furono autorizzati i tagli da “lire” 100, 50, 20, 10 e 5 (tutti emessi al titolo di 900 millesimi);
  • in argento quelli da “lire” 5, 2, 1 e da “centesimi” 50 e 20;
  • in bronzo i pezzi da “centesimi” 10, 5, 2 e 1.

Fra i nominali in argento solo quello da “lire” 5 venne coniato al titolo di 900 millesimi, mentre per gli altri fu stabilito un fino di 835 millesimi.

La lega delle monete in bronzo era fissata in 960 millesimi di rame e 40 millesimi di stagno.

Il rapporto tra i due metalli nobili oro/argento restava fissato, secondo la tradizione franco-piemontese, in 1 a 15,50.

Su tutte è impresso il volto del Re, artefice dell’impresa unitaria, e sul retro lo stemma del regno.biglietti di banca

MËSURE PIEMONTEISE

 “fieul ‘na mesa d’vin për piasì”!

Avete mai sentito dire “’na stisa d’vin”?
Sicuramente sì, anche come modo di dire usato dalle persone un po’ più anziane per dire “giusto un goccio”.
Sapevate che prima dell’adozione del sistema metrico decimale voluta da Carlo Alberto nel 1848 questa (e tante altre) erano le misure utilizzate dai piemontesi per la vita di tutti i giorni?
Litri o piccole quantità, chilometri o pochi metri, grammi o pesi più importanti… niente sfuggiva a queste unità di misura del Piemonte di una volta.

Ecco alcuni esempi di unità di misura piemontesi espresse con le caratteristiche diciture del dialetto:

Contenensa:

ën tin = l.1600-1300      ën butal = l.85-230
na brenta = l.40-58      ën butalin = l.37-43
na gavià = l.18-45      na sigela = l.10-15
ën sigilin = l.4-6      ën casül = l.0,5-1,2
ën butiun = l.1,5-1,8      ën pintun = l.1,7-2,0
na buta = l.0,75-1,0      na mesa = cc.400-500
ën canun = cc.500-600      ën bicer = cc.150-280
ën dil = cc.10 12      na gusa = cc.0,4 0,6
na stisa = cc.0,03 0,2

Fòrsa:

ën tratôr = hp 65-120      ën mül = kg. 60-95
n'asô = kg. 40-65       ën disprà = kg. 15-35

Longhëssa:

ën tir da sciopp = mt.550-850       ën tir da spuu = mt.4,36-5,58
na branca = mt. 1,45-1,68       na spana = mm. 165-225
ën dil = mm. 18-22       n'ungia = mm. 6,5-9,7
na frisa = mm. 0,18-1,9       ën foij da mila = mm.0,02-0,08
ën plücc = 0,02-0,08

Mecànica:

na frisa = mm.0,001       na bërlicà = mm.0,01
ën cicinin = mm.0,015       na s-cianta = mm. 0,03
na barbisà = mm. 0,035       ën plôcc = mm. 0,045
na pladina = mm. 0,05       ën decimot = mm. 0,75
n'ideja = mm. 0,1       na fërvaja = mm.0,13
na plà = mm. 0,15       na lacrima = mm. 0,2
na tersia = mm.0,3       na flapà = mm.3,0

Precisiun:

c passa = ± 0,0050%       c suia = ± 0,0001%
ën tant ël trôch = ± 0,5000%

Pèis:

ën bastiment = ton.4500-12000       ën treno = ton.400-650
ën vagun = ton.35-70       ën tamagnun = ton.1,2-4,5
na carëtta = Kg.30-80       na caria = Kg.20-50
ën sac = Kg.10-35       ën miria = Kg.10
na palà = Kg. 2-5       na grampà = gr.40-150
ën briai = gr.20-30       ën cicinin = gr.1-3

Sveltëssa:

na falispa = Km/h 860-900       na fusëtta = Km/h 750-900
na bala da sciopp = Km/h 400-600       na lippa = Km/h 200-230
ën treno = Km/h 80-110       na levra = Km/h 50-60
ën can sensa bale = Km/h 35-50       na lumascia = Km/h 0,5-1,20
ën gamber = Km/h 7-15