Nascita del Borgo di Bagnolo Piemonte
Essendo stato distrutto il borgo principale di Bagnolo in seguito all'episodio
del 1219, colla medesima sentenza del 1293 i Signori diedero facoltà agli
abitanti di fabbricarsi un nuovo recinto nel luogo detto
-planum reventorum-
presso il torrente Grana, da comprarsi a spese del consorzio dei Signori.
I Bagnolesi erano tenuti a fabbricare le loro case in tal luogo, pagando ai
Signori l'annuo affitto di dodici denari viennesi. Tal borgo doveva sorgere
attorno alla Chiesa Priorale di S. Pietro, poichè la convenzione dice che eguale
obbligo di concorrere all'opera e, il tributo a questa edificazione incombeva
pure ai rettori della Chiesa Parrocchiale e della Confraternita. Rimanevano solo
esenti dall'imposta i fabbricati sacri, vale a dire quelli destinati
pro rimedío
animarurn suarum et antecessorurn suorum.
Però detta convenzione non deve aver avuto allora il suo effetto, perchè nella
franchigia, che concedeva poi il principe Giacomo di Acaia il 29 Ottobre 1338
alla comunità ed uomini di Bagnolo, largiva speciali favori a quelli fra essi,
che avrebbero costruito le loro case nel nuovo borgo da costituirsi
in villa de
novo facienda in loco dieto al mercayle.
Neppure questa volta l'intenzione, del principe fu secondata[1]
Perciò il consolidamento territoriale dei Savoia-Acaia portò al lento
decadimento dei signori di Bagnolo: nel 1351 Giacomo d'Acaia concede una parte
del territorio a Pietro Malingri, nel 1412 Ludovico di Savoia infeuda Amedeo
Malingri, suo maestro di palazzo, dell'intero luogo, con poche riserve.
Nel 1400 con un'operazione compiuta sotto il controllo di Amedeo d'Acaia, che
coronava un progetto concepito circa un secolo prima ma mai attuato, l'intero
borgo venne spostato dalla attuale località del Villar nella posizione odierna
più favorevole ai commerci e all'allestimento del mercato. Entrato a far parte
dei domini sabaudi. Bagnolo ne seguì le vicende.
L'illustre Barone Manuel (di S.Giovanni) nella più volte citata sua opera
produce un documento inedito, ossia una sentenza arbitramentale del 31 Marzo
1293, colla quale sono regolate le relazioni dei Bagnolesi coi loro Signori, e
determinati quali fossero i Diritti dei medesimi. Da questo atto appare che
nella amministrazione del Comune dovevano aver parte tanto il consorzio dei
Signori come gli altri abitanti di Bagnolo: quelli erano rappresentati dal loro
procuratore, questi dal proprio sindaco, i quali di comune accordo eleggevano il
consiglio. Però l'elezione del Podestà spettava unicamente ai Signori ed era
annua.
Era riservata ai Signori la terza parte delle successioni e due parti sul
terzo delle vendite. Però se la successione era di un estraneo quel terzo
spettava a quei soli signori, che avevano giurisdizione sul castello.
La taglia che doveva pagare la comunità al consorzio dei Signori, fu stabilita in lire
trentasei viennesi all'anno, e doveva inoltre la medesima provvedere per la
custodia del castello, non però alle riparazioni delle sue mura.
[1] Manuel di S.Giovanni (ora Luserna San Giovanni)
opera citata