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Frammenti di storia

Tratto da "È Anno santo…"di Giorgio Di Francesco Eco del chisone 14/08/2000

Al censimento dell'anno 1901,

Bagnolo Piemonte contava ben 7.116 residenti.
Era, quindi, un medio centro, anche se, paradossalmente, l'insediamento più popoloso non si trovava ancora nelle vicinanze della chiesa di S. Pietro, ma piuttosto, sulle pendici della Media: un insieme di piccoli "ciabòt"CASCINE DI MONTAGNA, corrispondente a quella frantumazione estrema dei fondi, che significava piccola proprietà rurale. Con un gioco di parole, si potrebbe dire che, contro il particolarismo istintivo dei "particùlar"PICCOLI PROPRIETARI TERRIERI, avrebbe giocato un ruolo importantissimo la figura di un prete iperattivo: il teologo Giovanni Battista Cavallotti. A lui, prima che agli Amministratori locali dell'epoca, si deve quella modificazione urbanistica del territorio che avrebbe portato, nel corso del secolo XX, alla definitiva primazia di S. Pietro sulle altre frazioni. Cavallotti, (vicecurato) infatti, fu, tra l'altro, il propugnatore della costruzione (prima pietra 14 maggio 1893) della nuova chiesa parrocchiale di S. Pietro in Vincoli. (Inaugurazione 18 novembre 1894)
Ebbene, nell'ottobre 1908, don Cavallotti, in occasione del Giubileo, predicò la nascita di una forte associazione agricola locale, con annessa cassa di credito, che "riunisca in un sol nerbo le forze vive della nostra parrocchia, per il conseguimento di quella restaurazione morale e sociale, che è nei desideri del Papa... Con l'augurio che i sacerdoti che sono alla testa del movimento cattolico vengano a portare la loro parola " (dal Bollettino parrocchiale, novembre 1908). Cosa voleva questo parroco? Certamente, aveva la buona intenzione di portare progresso economico alla popolazione rurale bagnolese, liberandone le potenzialità che venivano negate dalla mentalità individualistica. Il 29 novembre 1908, nella chiesa , della locale Confraternita, con atto pubblico rogato dal notaio Piccato di Saluzzo, fu costituita la Cassa rurale di Bagnolo Piemonte denominata "Piccato, Genovesio, Piano & C.", società cooperativa in nome collettivo, e nominarono don Cavallotti "assistente ecclesiastico" dotato di "diritto di veto", nel caso in cui le decisioni dell'assemblea fossero state da lui giudicate in contrasto con l'orientamento religioso o morale della società, nonché contro il buon andamento della parrocchia art. 63-65 dello statuto interno. La Cassa rurale potè contare su un ottimo avvio: già nel primo mese vi entrarono 15 nuovi soci e si movimentarono 3.500 lire. L'istituto acquistava collettivamente, per conto dei soci, trifoglio, solfato di rame e concimi per mezzo della Federazione agricola torinese. Già nel 1910, i soci erano aumentati ancora, perché, grazie alla Cassa rurale diveniva facile ottenere prestiti ad un tasso del 4,5%, restituendo il denaro ratealmente e godere di interessi sui depositi pari al 3% o 3,5%, a seconda dei casi. La Cassa iniziò anche ad acquistare macchinari agricoli e darli in affitto ai soci, per favorire un miglior sfruttamento dei terreni. La "Bagnolo" s'assunse nel 1912 la gestione della tesoreria comunale ed istituì un nuovo servizio di custodia dei certificati di rendita, titoli e buoni del Tesoro, corrispondendo ai soci mezzo punto in più di quanto i titoli avrebbero normalmente fruttato.

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