Dell’Abbazia di Staffarda si sa ben poco, se non che facesse parte dell’orbita templare.
L’Abbazia Santa Maria in Staffarda nacque da un’intuizione di Pietro I, allievo e amico di Stefano Harding abate di Citeaux.
Pietro I percorreva la via Francigena, la via dei Franchi o il Camino di Compostela verso i rilievi alpini, e non di rado si trovava a soccorrere i pellegrini assaliti dalle bande di briganti e lui stesso più volte ne fu vittima.
L’esperienza delle violenze lo convinse a creare dei nuovi luoghi di ospitalità e protezione sulle vie di comunicazione e, durante uno dei suoi viaggi annuali a Citeaux in qualità di abate di una delle abbazie affiliate, come da regola cistercense, venne a conoscenza dei propositi dei Poveri Cavalieri di Cristo di costituire un ordine monastico e guerriero a difesa dei pellegrini.
Dopo l’approvazione della Regola Latina e dell’Ordine Templare nel Concilio di Troyes nel 1128, Pietro I convinse il marchese Manfredo I di Saluzzo a donargli delle terre e l’abate di Tiglieto a fornire dei monaci per la fondazione di una nuova abbazia.
Il luogo prescelto era un’area malsana e paludosa, subito ai piedi del Monviso e dei passi alpini, in aperta campagna, a confluenza delle strade che portavano i pellegrini a Roma e a Santiago di Compostela. Qui sorgeva già un piccolo monastero abbandonato, dedicato alla Vergine, e la futura abbazia si chiamerà proprio Santa Maria in territorio di Staffarda. All’inizio, per un brevissimo periodo, Pietro I ne fu anche l'abate.
L’idea di Pietro I fu quella di formare dei cavalieri monaci, istruirli secondo la Regola di Citeaux, e di addestrarli alle armi, secondo la Regola Templare. A favorirne l’apprendistato sarebbero state le vie di comunicazione che conducevano i pellegrini ai valichi alpini, per proteggerli dagli assalti dei briganti o delle ultime sacche di saraceni ancora presenti in Francia e in Italia. L’abbazia di Staffarda nacque con questi intenti e l’architettura della costruzione fu finalizzata a tali scopi.
Quando fu fondato l’Ordine del Tempio, numerosi costruttori celtici scandinavi, che avevano abbandonato la Scozia e l’Irlanda dopo la condanna della chiesa celtica, divennero Templari. Questi,esperti incisori di pietra e legno, saranno riuniti dai Templari nella confraternita dei “Bambini di Salomone”. E saranno gli unici a poter incidere questi materiali nelle cattedrali costruite dall’Ordine del Tempio e dai cistercensi.
L’Abbazia di Staffarda è il laboratorio dove saranno incisi per primi i libri di pietra. Il chiostro, con le sue colonne e i suoi capitelli, è la biblioteca mistica templare.
Con la nascita dell’Ordine dei Templari, molti nobili e cavalieri entrarono nell’ordine, uomini sì preparati militarmente, ma poco scolarizzati. Pochi sapevano scrivere, e quasi neppure sapevano comporre il loro nome. L’abbazia di Staffarda proprio perché diretta a quest’ultimi, diventerà il laboratorio dove i Bambini di Salomone incideranno i libri di pietre. In questo modo i cavalieri poterono meditare e approfondire quanto veniva loro detto verbalmente.
A Staffarda, l’incisione e la scultura abbandoneranno i linguaggi figurativi, imperanti nel periodo ed elaboreranno un loro linguaggio. Una spiritualità delle idee convogliate nella mistica dello spazio, della luce: pilastri, capitelli, volte, arcate.
Per formare le maestranze della confraternita dei Bambini di Salomone, i monaci emanuensi di Staffarda copieranno libri di diversi argomenti e culture. E doteranno l’Abbazia di una delle biblioteche più importanti ed imponenti del medioevo (purtroppo della famosa biblioteca si sono perse le tracce). L’Abbazia si doterà di una “schola exterior” destinata ai bambini, sia poveri che ricchi, che vivevano con le loro famiglie nelle vicinanze dell’abbazia o lavoravano per essa.
Oltre alla schola exterior vi era la “schola interna”, dove venivano educati gli oblati. Cioè i bambini di sei-sette anni donati dai genitori al monastero.
Tra le mura del chiostro, gli oblati seguivano il loro corso formativo e lì trascorrevano tutto il resto della loro vita, dopo aver pronunciato i voti.
La particolarità principale dell’Abbazia di Staffarda è la perfetta sintesi dello scopo per cui è nata. All’architettura classica cistercense si unisce l’architettura minimalista delle masserie fortificate dei templari.
Si è marcato parecchio sul fatto che questa abbazia non presenta le caratteristiche dell’architettura cistercense. Però chi ha costruito l’edificio non era a digiuno di conoscenze astronomiche, matematico-architettoniche e filosofiche. Nel medioevo queste conoscenze erano riunite in quella che veniva indicata come Tradizione.
La chiesa è un vero gioiello astronomico e filosofico. Sull’asse della monofora centrale, sorge il sole agli equinozi; dalla monofora destra, si innalza la luna alla sua minima declinazione; mentre sull’asse della monofora sinistra, si eleva la luna alla sua massima declinazione. Tutta la struttura risulta sapientemente costruita sull’asse del sole, che al mattino illumina l’altare, a mezzogiorno il campanile, al tramonto l’ingresso principale. E questo grazie al suo orientamento est-ovest. Le tre navate della chiesa terminano con absidi circolari, con colonne cruciformi e le volte a crociera cordonate. Tutto armonizzato dalla policromia dei bianchi, dei rossi e dei neri.
Colori che simboleggiano l’unificazione dei tre ordini cavallereschi, presenti a Gerusalemme e l’accettazione della Regola di Bernardo di Chiaravalle:il bianco i templari, il rosso i cavalieri ospitalieri e il nero i cavalieri teutonici.
Lo stesso significato, ma più rimarcato in una sfera ascetica e apocalittica, ha la famosa Rosa di Staffarda. Essa racchiuse in sé tutta la conoscenza templare. E minimizza il simbolismo a testimonianza che l’uno è l’insieme molteplice di molti mondi. E che tutti sono concatenati in modo che ognuno non possa avere il sopravvento sull’altro.
L’ubicazione scelta della “Rosa”, vicino alla cornice della monofora che irradiando luce sembra invaderne e coprirne una parte, simboleggia che la Rosa stessa è niente senza Luce Divina.
L’intero comprensorio abbaziale di Staffarda è un compendio ascetico e mistico continuo. Stelle a sei o otto punte, fiori della vita, cerchi, numerologia, come i 33 gradini che conducono al dormitorio dei monaci, croci patenti, e molto altro ancora.
I Templari fecero disegnare e scolpire nella pietra figure in cui è racchiusa un’idea.
«Poiché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, mentre questo non è dato agli altri. Perché vedendo non vedano. E udendo non intendano e non comprendano», (Mc 4,10-12).